In vista delle festività di Natale le Regioni

In vista delle festività di Natale le Regioni chiedono delle nuove misure restrittive contro il covid-19.

I governatori delle Regioni italiane sono preoccupati per l’aumento dei contagi che potrebbe mettere alcune regioni nella zona gialla o in arancione in vista delle vacanze di Natale.

I Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome hanno chiesto un tavolo di confronto con il Governo per rivedere le regole della certificazione verde (green pass) ed imporre restrizioni ai non vaccinati.

Il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini ha detto che il governo è pronto ad ascoltare le proposte ed è pronto a organizzare un incontro con le regioni “presto” (possibilmente lunedì).

Ma la linea di Palazzo Chigi al momento non cambia: le uniche misure giuste per l’esecutivo sono l’estensione dell’obbligo della terza dose per il personale medico e la riduzione della validità del certificato verde.

E’ stata avanzata la proposta della Conferenza delle Regioni per un “green pass super” per i soli vaccinati e guariti dall’infezione da coronavirus.

Queste ulteriore green pass che permetta ai soli vaccinati e guariti dal covid-19 di: visitare ristoranti, cinema, teatri, musei, stadi o sciare nella zona gialla.

Il green pass ottenuto attraverso il test dovrebbe essere valido soltanto per per andare a lavoro ed usufruire dei servizi essenziali o di base.

C’è anche un’ipotesi su misure più severe contro chi rifiuta la vaccinazione. Tuttavia, il modello “2G” (geimpft o genesen) austriaco e tedesco, in cui solo le persone vaccinate o guarite possono accedere al lavoro o nei luoghi pubblici, “non è oggetto di discussione”. A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

“Si tratta di una linea difficile da seguire, anche dal punto di vista costituzionale”, ha ricordato il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli:

“Mi sembra che questo rimedio sia di difficile applicazione e, dal punto di vista legislativo, molto rischioso. Se la situazione è così pericolosa, meglio introdurre un obbligo di vaccinazione che qualcosa come un’infermeria domiciliare”.

Per non parlare del fatto che la proposta non ha ricevuto un sostegno unanime in tutte le regioni, come ha confermato il presidente Marche Francesco Acquaroli:

“Ulteriori restrizioni non servono e creeranno ancora più tensione e divisioni tra chi è vaccinato e chi non lo è. In breve, il governo sta frenando alla ricerca di prove che nessuna regione dovrebbe rientrare nella zona gialla.

Inoltre, i numeri dei contagi – che sono sicuramente in aumento – non sono paragonabili a quelli dell’anno scorso.

Un bollettino del 18 novembre 2020 mostrava 34.282 contagi e 753 decessi, mentre nello stesso giorno del 2021 si registravano 10.638 nuovi contagi e 69 decessi.

In vista delle festività di Natale le Regioni chiedono delle nuove misure restrittive contro il covid-19.

Molto diverso anche il numero dei ricoveri negli ospedali: un anno fa si registravano 3.670 ricoveri in terapia intensiva con Covid e 33.504 ricoveri nei reparti regolari, mentre oggi 503 malati di coronavirus sono in terapia intensiva e 4.088 in altri reparti medici.

Tuttavia, le Regioni sono “preoccupate per l’aggravarsi della curva”, afferma il presidente della conferenza stato-regioni, Massimiliano Fedriga, e “l’impatto che questa situazione potrebbe avere sulla ripresa economica e sull’attivismo sociale, a poche settimane dal Natale”.

Per questo alcuni governatori stanno già intervenendo sul campo. Da evidenziare, tra le altre, l’ordinanza del presidente della Sicilia, Nello Musumeci:

un test obbligatorio per tutti coloro che arrivano da Germania e Gran Bretagna e l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi affollati aperti al pubblico.

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