Mondo minacciato dalla guerra biologica

Mondo minacciato dalla guerra biologica. Il mistero sull’origine della pandemia di Covid-19 e le reciproche accuse, tra Cina e Stati Uniti, hanno riportato sotto i riflettori i pericoli di una possibile guerra biologica.

Finora quello che sembrava uno scenario immaginabile solo nei film di fantascienza, con reparti speciali popolati da persone vestite con costumi impenetrabili; pronte a scendere in campo contro agenti patogeni invisibili, e cittadini che si nascondono dietro mascherine difensive, un contesto molto possibile è diventato improvvisamente realtà.

Nell’onda lunga della teoria finora non confermata che Sars-CoV-2 sia uscito accidentalmente dall’Istituto di virologia di Wuhan in Cina, l’opinione pubblica ha iniziato a chiedersi cosa potrebbe accadere quando in un futuro non troppo lontano remoto, e nonostante i cinesi, un paese decide volontariamente di provocare il caos diffondendo un virus altamente infettivo e mortale.

L’emergenza Covid-19 ha spinto i governi di tutto il mondo a rivedere i rispettivi sistemi di salute pubblica, azione e prevenzione, analizzando l’attuale livello di protezione contro un’ipotetica guerra biologica; una guerra basata su un agente biologico usato come arma di distruzione di massa.

Cina e Russia hanno esortato le Nazioni Unite a monitorare la capacità degli Stati Uniti e dei loro alleati di condurre una guerra biologica.

Una dichiarazione congiunta, firmata da Pechino e Mosca, ha evidenziato un aspetto da non sottovalutare, ovvero che i progressi scientifici e tecnologici aumentano il rischio che agenti biologici possano essere usati come armi.

Geng Shuang, vice rappresentante permanente della Cina presso le Nazioni Unite, ha esortato Washington ad adottare un meccanismo di monitoraggio in grado di monitorare lo stato delle armi biologiche.

Riferendosi alla Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione e stoccaggio di armi batteriologiche e tossiche e sulla loro distruzione (BWC) come pilastro della pace e della sicurezza internazionali; l’asse Cina-Russia ha ribadito la sua volontà di salvaguardare l’efficacia di queste convenzioni.

La ragione è chiara: l’obiettivo della BWC è escludere la possibilità che agenti biologici possano essere usati come armi durante un conflitto.

Ma entrambi i paesi hanno espresso preoccupazione per il fatto che alcuni Stati non siano riusciti a raggiungere un accordo sulla questione. Una situazione del genere offre a Mosca e Pechino l’opportunità di puntare il dito contro le attività militari biologiche degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Il tutto, soprattutto in relazione agli “oltre 200 laboratori biologici americani situati al di fuori del suo territorio nazionale. Laboratori che operano in un modo non trasparente”.

Mondo minacciato dalla guerra biologica: la posizione sempre più critica di Russia e Cina è solo la punta dell’iceberg.

Russia e Cina invitano gli Stati Uniti e i suoi alleati ad agire in modo aperto, trasparente e responsabile.

Hanno chiesto di fornire adeguate informazioni sulle proprie attività militari biologiche svolte al di fuori e all’interno del proprio nazionale.

Ma qual è la base di questa critica? Prima di tutto, è una questione di immagine. La Cina è stata ripetutamente accusata dagli Stati Uniti di aver contribuito allo scoppio della pandemia di Covid-19 a seguito di un incidente di laboratorio.

D’altronde, senza avere ancora alcuna prova scientifica, Pechino ha smentito le accuse e sostiene che il coronavirus provenisse dalla base americana “Fort Detrick”.

Arriviamo così al secondo motivo che ha spinto il duo Cina-Russia a lamentarsi all’ONU: Mosca e Pechino mirano a impedire a un Paese di fare affidamento sulle proprie capacità biologiche per vincere una possibile guerra.

Si è parlato molto negli ultimi mesi della base di Fort Detrick. In effetti, sarebbe più corretto parlare dell’Istituto di ricerca medica per le malattie infettive dell’esercito degli Stati Uniti (USAMRIID).

Controllato dalle forze armate statunitensi, è il più importante centro di ricerca statunitense sulle contromisure da utilizzare in caso di guerra biologica.

Presso l’USAMRIID, l’US Army Medical Research and Development Command (USAMRDC); il Frederick National Cancer Institute (NCI-Frederick); la National Inter-Institutional Confederation for Biological Research (NICBR) e il National Biomedical Campus (NICBR) NIBC).

Cina e Russia possono contare su proprie strutture. Ma in questo caso l’obiettivo era spostare l’attenzione su Washington. In mezzo a tutto questo, tra tensioni interne ed esterne, non bisogna dimenticare il focus principale. Il rischio di una possibile guerra biologica su larga scala.

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